Le sculture di Riccardo Biavati incantano chiunque le osservi grazie alla finezza dei dettagli compositivi e all’alone fiabesco che le circonda. L’artista modella con amore un universo popolato da buffi gufetti, gatti, villaggi profumati e casette sulle cime morbide colline. Biavati è l’erede di una tradizione artigianale molto antica, innovata con creatività, ma conservata nei fischietti che spesso corredano gli oggetti.
Abbiamo intervistato l’artista per conoscere più a fondo il suo lavoro e il suo punto di vista sul futuro della scultura artigianale tradizionale.
1. Com’è iniziato il tuo rapporto con la ceramica? Quali sono gli aspetti più affascinanti del tuo lavoro?
L’attrazione per la ceramica, iniziò quando studente dell’Istituto d’arte di Ferrara ( anni ‘ 60 ), potei frequentare il laboratorio ceramico, per me, quasi un laboratorio da alchimista.
2. Quali sono le principali fonti d’ispirazione per gli oggetti che realizzi?
Per parlare degli aspetti affascinanti del mio lavoro, mi occorrerebbero diverse ore; diciamo che la manipolazione dell’argilla mi ha catturato fin da bambino, quando ai giochi all’aperto, preferivo il disegno e appunto il modellato. Non è sempre facile capire perché si intraprende una strada e molte ragione rimangono misteriose. Nella ceramica mi ha sempre incantato la trasformazione del manufatto: lo stato plastico dell’argilla che modelli, il colore che si fissa per sempre con il calore della cottura, il forno amico/nemico di tante avventure creative. Le fonti del mio lavoro, sono da ricercare nella storia stessa della ceramica, dai ritrovamenti archeologici, alle tradizioni popolari. Non circoscritti solamente nel territorio dove vivo, ma in tutto il mondo.
3. Qual è il momento che preferisci nella creazione di una scultura?
Non esiste un unico momento che preferisco nel mio lavoro, ma piuttosto un insieme di fasi, che vanno dal disegno iniziale dove si fissa sulla carta l’idea, il pensiero, alla realizzazione del manufatto, Naturalmente l’apertura finale del forno diventa un momento magico, di grandi aspettative e a volte di delusioni.
4. Come consideri il tuo ruolo di artista/artigiano in un momento in cui la manualità deve competere con la perfezione del digitale?
Non mi pare ci sia competizione tra digitale e la realizzazione manuale, in qualsiasi ambito. Coesistono tranquillamente, nel senso che ci sarà sempre l’esigenza del” pezzo unico”, del fatto a mano, con i relativi valori aggiunti. Sono due mondi insostituibili.
5. Hai dei progetti speciali per il futuro?
Il futuro per me è ogni giorno che posso entrare nel mio studio e realizzare un sogno, le mostre, quelle qualificate, di conseguenza verranno.
Vieni a scoprire le opere di Riccardo Biavati in Galleria Galp, in Piazza Italia a Olgiate Comasco (CO).