Galleria Galp - le opere in vendita

Chiunque abbia avuto modo di conoscere Paola, titolare della galleria Galp insieme a Mauro, saprà che lei ha un senso pratico straordinario e la capacità di trovare le soluzioni più efficaci a qualunque problema. L’abilità organizzativa di Paola copre due fronti: da un lato l’azienda, dall’altro la famiglia. Nello spazio di una breve intervista, la titolare rivela la speciale armonia tra il suo lavoro e l’essere genitore e come, attraverso l’arte, riesca ad insegnare ai bambini il valore dell’impegno nelle piccole e grandi conquiste.

Potresti spiegare se e come il fatto di diventare mamma ha cambiato il tuo rapporto con l’arte e ti ha influenzato nella scelta della opere?

Il fatto di diventare mamma ha sicuramente influenzato il mio lavoro, spingendomi addirittura ad avviare nuove collaborazioni. Una delle artiste più amate della nostra galleria, Federica Porro, ha iniziato a lavorare con noi proprio perché sono diventata mamma. Ho visto una sua opera che rappresentava una famiglia nel lettone, che mi ha emozionato infinitamente e mi ha commossa. Da lì ho cominciato a trattare l’artista. Da quando ho avuto i bambini, le mie scelte sono ancora più determinate dai sentimenti rispetto a prima. A volte è un animale con un cucciolo, a volte una bambina seduta su un dirigibile …mi piacciono le opere che mi comunicano qualcosa.

Se e come coinvolgi i tuoi figli nella tua attività? Cosa speri di trasmettergli attraverso il tuo lavoro?

I miei figli fanno tutto in galleria. Spacchettano insieme a me le opere d’arte appena arrivate, mi aiutano nella scelta delle opere da mettere in vetrina, in quella delle cornici, li coinvolgo in ogni cosa. Il sogno è di poter trasmettere a loro l’entusiasmo che c’è dietro il mio lavoro e -perché no?- Magari farla diventare un domani la loro passione. L’amore per l’arte fa stare bene perché siamo circondati dal bello, dalla cultura. Ogni opera porta con sé emozioni e riflessioni particolari. I miei figli oggi hanno imparato a riconoscere gli artisti, a distinguere le opere. Per me è stato molto bello quando siamo arrivati al porto di San Vincenzo e mi hanno chiesto: “Mamma, quella è una scultura di Talani?”. Allora Pietro aveva due anni e mezzo ed Eleonora quattro. Mi fa sorridere che ogni volta che uno dei due compie gli anni, l’altro scenda il giorno prima con i suoi risparmi per regalargli un’opera. Io gli permetto di pagare, perché voglio che comprendano il valore di ciò che trattiamo.

Come reagiscono i tuoi figli al lavoro che fai?

La nostra scelta è stata quella di fare, come si suol dire, casa e bottega, quindi se i miei figli hanno bisogno di me scendono e mi trovano. Sicuramente è un lavoro molto impegnativo, che ci appassiona così tanto da essere argomento di conversazione anche a pranzo o a cena. Per noi non è un peso, tutt’altro: i bambini partecipano alle discussioni con le loro opinioni e imparano a convivere con l’arte. La nostra è stata una scelta molto impegnativa, perché siamo quotidianamente divisi tra figli e galleria. Speriamo, attraverso questi sforzi, di insegnare loro che il sacrificio, l’impegno e la passione verso il lavoro portano a realizzare i propri sogni.

Un pensiero che dedicheresti alle mamme che acquistano le opere nella vostra galleria.

Prima di tutto le ringrazio per aver aperto gli occhi ai loro figli su questo mondo meraviglioso, che aiuta a sviluppare una speciale sensibilità verso la bellezza.

Mi piacerebbe dire loro che, almeno per come io vivo l’arte, non si dovrebbero acquistare  solo le opere che scatenano un sorriso o una risata, ma anche quelle che provocano un pianto. A volte serve anche quello, un’opera deve risvegliare un’emozione forte.

Paola Catelli - Galleria Galp