Ennio Morlotti nasce a Lecco il 21 settembre 1910.
Nel 1917 entra in collegio presso l’Istituto P.A. Ballerini.
Attratto dalle opere di Giotto, Masaccio e Piero della Francesca, a ventisei anni abbandona l’impiego di contabile in un oleificio e si trasferisce per un breve periodo a Firenze.
In seguito si sposa a Parigi dove vede le opere di Courbet e di Corot, degli impressionisti e di Cézanne. Sempre a Parigi Morlotti rimane colpito dalla visione della Guernica di Picasso in mostra all’Expo del 1937.
Nel 1939 si stabilisce a Milano e si iscrive all’Accademia di Brera, dove è allievo dei novecentisti Achille Funi e Aldo Carpi. Qui entra in contatto con il gruppo giovanile “Corrente”, capeggiato da Renato Birolli, del quale condivide gli orientamenti teorici improntati al superamento della retorica e dell’isolamento culturale imposti dal regime fascista. Più avanti l’attenzione di Morlotti si sposta su Cézanne e, in particolar modo, sugli espressionisti tedeschi. È in questo clima che nel 1944 nascono i “Paesaggi di Mondonico”, in cui la forma appare quasi corrosa all’impasto luminoso e materico del colore. Nel 1946 realizza opere di straordinaria intensità, come “Donna che si lava” e “Donne di Varsavia” in cui il rapporto con le immagini di Picasso si fa esplicito e diretto.
Successivamente, dopo aver compiuto appassionati studi e approfondimenti sulle opere di Picasso, nel 1953 Morlotti rimuove definitivamente ogni legame con l’arte del maestro spagnolo per ritornare a matrici espressioniste. Importanti, in questo periodo, sono anche i richiami alla scultura della Richier e, alla fine degli anni Cinquanta, i parallelismi con il lavoro materico di Arnaldo Pomodoro.
Tra gli anni Cinquanta e Sessanta si susseguono cicli di grande intensità, dedicati a nudi e vegetazioni, in cui il corposo impasto pittorico sembra trasferire direttamente sulla tela gli stati di tensione dell’esistenza di una materia organica che si sfalda fino a fondersi con il contesto.
A partire dagli anni Settanta l’artista approda a una ricerca sempre più esplicitamente legata ad un preciso e solido recupero della realtà naturale. Emblematica in tal senso è la serie dei Teschi, realizzata tra il 1974 e il 1977 ed esposta nel 1978 alla Galleria Compagnia del Disegno di Milano.
Nel 1987 infine ritorna su un tema già elaborato negli anni Cinquanta, quello degli Studi per Bagnanti, immagini materiche dove il corpo femminile è definito da secchi colpi di spatola e da contorni marcati. Ed è proprio il soggetto delle Bagnanti a segnare il percorso creativo degli ultimi anni di vita di Morlotti che muore nel 1992.