Nasce nel 1950 a Gavirate. Ha esordito in mostra personale, a Varese, a sedici anni, ancor prima di completare gli studi a Milano, alla Scuola d’Arte del Castello Sforzesco.
Radicato al proprio territorio, intendendo non solo natura, ambiente e paesaggio ma quell’humus che diviene aroma, sapore e tradizione, linguaggio delle parole e silenziosa intesa, Pedretti è interprete acuto di evocazioni suggestive che dalla visione del reale transitano al sentimento della memoria.
Di estrazione figurativa, dalla rapida sintesi iconografica degli anni ’70, evolve negli anni ’80 in elaborazioni di tecniche miste, adozioni di collage e dècollage, citazioni di fotografia e parole iscritte sino ad approdare ai plexiglas, contenitori ove riporre brani di paesaggio e strumenti espressivi.
Dagli anni ’90 recupera la pittura ad olio traducendo un linguaggio di immediatezza gestuale forte di sintesi e rapide colature di colore, quasi allusive aperture a ulteriori orizzonti emotivi.
Dotato di ricca letteratura critica, con testimonianze che procedono da Renato Guttuso a Enzo Fabiani, Enrico Crispolti, Marco Goldin, Vittorio Sgarbi, Achille Bonito Oliva e molte altre autorevoli firme, Antonio Pedretti è artista di lungo corso espositivo, con curriculum nazionale e internazionale.
Le recenti esposizioni hanno avuto luogo nei Musei di Buenos Aires, Brasilia, Rio de Janeiro, Lima, Santiago del Cile, organizzate con la collaborazione delle Ambasciate d’Italia e del Ministero degli Esteri, con conclusione di percorso al Civico Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Varese. Nel 2005 una grande mostra antologica a cura di Vittorio Sgarbi e Giovanni Faccenda si è tenuta a Roma, a Palazzo Venezia, con egida del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del comune di Roma.