Anche nel 2018 Galleria Galp non ha perso un appuntamento cruciale dell’anno, scegliendo di partecipare ad Affordable Art Fair Milano, la fiera d’arte contemporanea che vuole essere un momento di incontro, di scambio, di ricerca e di condivisione delle ultime tendenze dell’arte in un’atmosfera dinamica e accogliente. Un luogo per scoprire artisti emergenti e opere che esprimono la cultura di paesi lontani e che hanno un valore fino a 6000 €.
Tra i tanti artisti esposti in Galleria Galp, ai moltissimi presenti ad Affordable Galp ha presentato:
Antonio Massa: fu una visita al museo ferroviario delle Reali Officine di Pietrarsa a segnare il suo percorso artistico.
Visitare il luogo in cui fu costruita la prima locomotiva e le rotaie che videro muovere il primo treno e il pensiero di come la capacità umana possa creare movimento e dinamicità da un materiale inorganico (metallo) destarono nell'animo dell'artista non poco turbamento. Antonio Massa si era sempre affidato alla natura e ai suoi infiniti colori per rappresentare il movimento perpetuo della vita e del mondo. Iniziarono così lunghi viaggi in treno alla scoperta di vecchie stazioni, officine e locomotive per raccontare storie attraverso la tela.
Silvia Trappa: SHELLter è un’installazione che si adatta allo spazio espositivo, creando un percorso ogni volta diverso su cui si muovono piccoli bambini di carta che sfidano la gravità trovando insolite vie e portano sulle spalle, come fosse uno zainetto, una conchiglia colorata.
Questa funge da simbolo di tutte le speranze ed i sogni che chiunque parta per un lungo viaggio porta con sé come forma di rifugio, un bagaglio non solo effettivo, ma anche e soprattutto emozionale che unito alla leggerezza della carta si scontra con il ferro della linea/strada che rappresenta le difficoltà reali che ogni cammino comporta.
L’apparente giocosità, data dai colori e dall’immaginario infantile, cela il tentativo dell’artista di indagare temi sociali ed attuali in maniera apparentemente leggera, lasciando al fruitore la possibilità di scegliere quanto addentrarsi nel significato dell’opera.
Questo lavoro vuole essere una riflessione sul grande flusso migratorio che sta interessando l’Europa, ed in particolar modo l’Italia; parla di persone che si mettono in viaggio verso il nulla portandosi dietro tutta la loro vita, o parte di essa, come fa un paguro con la sua conchiglia.
Curry |Tutti siamo suscettibili al contesto in cui viviamo ogni giorno; le esperienze, le persone, tutto ciò con cui entriamo in contatto segna il nostro essere, ed il tutto è accentuato quando si crea un legame sentimentale.
Ma quando tutto finisce, cosa rimane di una relazione passata?
In questa serie ricordi e abitudini prendono la forma disegni, impronte che restano addosso, per scelta o per caso. Due corpi, statici, cristallizzati in un tempo che non è più. Intrappolati in una montagna di curry e pigmento giallo, elemento volatile, ma al contempo forte: macchia e ha un odore pungente che pervade lo spazio e lascia una scia decisa.
Daniele Cestari: i suoi lavori risentono chiaramente dei suoi studi universitari: i suoi soggetti, infatti, mettono in mostra paesaggi urbani anonimi e remoti filtrati da un occhio fotografico. L’artista ripropone gli scorci cittadini che colgono il suo sguardo d’artista con dinamicità, con pennellate rapide e sagome appena definite, come a voler sottolineare che la realtà urbana non è il soggetto vero e predominante, ma la restituzione dello sguardo veloce e quasi superficiale di un passante, vero protagonista e creatore della città stessa.
Federica Porro, che si descrive così: Federica e non c'è volta che abbia l’ombrello quando piove. È sempre in qualche posto nascosto che non so. Divento matta quando cerco qualcosa nella borsa, decisamente troppo grande, troppo
piena e pesante... ci si trova qualsiasi cosa. Una quantità di trucchi... che poi non mi trucco mai perché mi bruciano gli occhi. E gli occhiali, con la montatura grande, anche quelli li porto raramente, ci vedo meglio senza... Matite colorate, caramelle alla liquirizia, foglietti, almeno un libro, biglietti della corriera, un profumo tutto rosa che trovarlo è sempre una sorpresa. Dovrei alleggerirle un po’ le mie borse, ma poi ne compro di ancora più grandi per metterci dentro ancora più cose. Adoro cantare a squarciagola le canzoni di Rino Gaetano insieme alla mia bambina in macchina, mentre si va a scuola e “buonanotte fiorellino” prima della nanna tra le coccole e i bacetti. Adoro cantare qualsiasi cosa da sempre. Col mio “bimbo” grande mi piace far la lotta la sera, prima di dormire. È bello giocare, lasciare che mi tenga stretta, sentire che diventa sempre più forte e stentare a liberarmi; poi arrendermi al suo abbraccio per calmare il battito dei nostri cuori e tardare ancora un poco l’ora di andare a letto. Prima di arrivare in un posto sbaglio strada almeno un paio di volte. Ho sempre una matita in mano e se non disegno, scarabocchio. Piango spessissimo, tante volte di gioia. Adoro i film belli, quelli che poi ne parli per giorni. Amo la diversità, in tutte le sue forme ed espressioni. Sono sempre in ritardo... e rido, rido a crepapelle, perché sono immensamente felice. La mia vita è un allegro insostenibile coloratissimo caos e ho sempre avuto accanto chi ha saputo tenermi per mano e accompagnarmici in mezzo.
Andrea Agostini: genuinità, sogno, vivacità, gioia, speranza ma anche caos, confusione, disordine. Le tele di Andrea Agostini sono una specie di ''mondo nel mondo''. Ogni serigrafia è trattata in uno stile intimo e personale come in un dipinto. Due mondi distinti, ma forse paralleli avanzano in una morsa vigorosa ma fraterna. Da una parte un mondo galattico, un mondo astrale, cosmico, che probabilmente non a tutti balza a primo impatto, una galassia di stelle, di tratti circolari e puntini, forse piccole meteoriti appena accennati e irregolari. Dall'altra non un mondo qualsiasi ma ''il mondo'', il mondo agostiniano, un mondo fatto di genuinità, sogno, vivacità, gioia e speranza, appunto, un mondo di vita.
Le opere di Matthias Verginer sono cariche di humor e celebrano una fantasia ambigua e buffa all’apparenza e il riso che stimolano, usando le parole di Henry Bergson, ”non fa appello ai sentimenti, ma piuttosto alla pura intelligenza” perché oltre a divertire e ad ammaliare, le opere, inducono alla riflessione sui meccanismi percettivi della realtà, sulle sue discusse o assolute verità e sui suoi aspetti mutevoli o persistenti.
L'appuntamento con la fiera dell’arte contemporanea accessibile in occasione della quale saranno presenti 80 espositori locali, nazionali e internazionali, sarà in via Tortona presso Superstudio Più.