
Il periodo di lockdown ha evidenziato come l’arte sia collocata in secondo piano rispetto ad altre attività “essenziali”. Ma qual è effettivamente il valore dell’arte oggi? Ne abbiamo parlato cn Angelo Accardi.
In quanto artista, come consideri il tuo ruolo all’interno della società? Quale valore dai alla tua professione?
Essere artisti è un privilegio. Marino Marini in un’intervista si paragonava ad un cane che avverte in anticipo il terremoto; gli artisti invece anticipano mutazioni antropologiche, le filtrano e le traducono in chiave artistica.
Perché, secondo te, l’arte e la cultura vengono spesso relegate ad attività di second’ordine, inessenziali rispetto all’acquisto di un capo d’abbigliamento, di una messa in piega, di un mazzo di fiori?
Parafrasando un aforisma di Cicerone: “Una casa senza arte e come un corpo senz’anima”... Evidentemente in questo preciso periodo storico si dà più valore al corpo che all’anima.
Una domanda personale: qual è l’opera/l’artista che ha influenzato maggiormente il tuo percorso? Per quali ragioni?
Tutti i grandi maestri della storia dell’arte hanno influenzato il mio percorso artistico e in particolare Michelangelo, Velázquez, De Ribera, Del Sarto, Bacon, Rothko, Kapoor...
Molte persone si tengono a distanza dall’arte perché la ritengono “incomprensibile”, cosa gli diresti per incoraggiarle ad avvicinarsi a questo mondo?
L’arte inizialmente si sente, successivamente si comprende. Pertanto, chi la trova incomprensibile è perché non la ama.
Come vedi il futuro dell’arte? Secondo te la fine della pandemia segnerà un momento di rinascita della cultura o favorirà il declino dei valori più spirituali a favore del possesso di beni materiali?
Secondo me cambierà poco. Presto dimenticheremo questo periodo terribile per tornare ad essere gli stessi di prima.