Fra i provvedimenti adottati nel corso di questi mesi di pandemia c’è stata la chiusura dei musei e gallerie d’arte in quanto “attività non essenziali”, a fronte del mantenimento dell’apertura di altre attività commerciali e servizi legati allo svago e alla cura della persona. Questa decisione sembra suggerire che l’arte e la cultura non rappresentino una necessità per la società, né tantomeno un bisogno per gli individui.
Vivendo in prima persona la realtà della galleria, noi conosciamo molto bene la gioia che un’opera d’arte può dare, sia negli adulti che nei bambini, e quanto circondarsi di bellezza possa rappresentare un conforto nel momento in cui ci si trovi a trascorrere la maggior parte del tempo nella propria abitazione.
Forse, vivendo in un paese che pullula di opere e rappresenta un’eccellenza artistica a livello globale, siamo così assuefatti al bello da darlo per scontato. Ora che siamo chiusi nelle nostre case, gran parte di questa bellezza ci è preclusa e l’unica cosa che possiamo ancora fare è gustare un pezzetto di meraviglia tra le pareti domestiche. Ma molti non comprendono che si tratta di una necessità.
In questo nuovo momento di chiusura, abbiamo deciso di chiedere agli artisti con cui collaboriamo che cosa pensino in merito alla situazione attuale, per confrontarci sul valore dell’arte ora e nel futuro.
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